L’Imbrunire
(Giovanni Pascoli San Mauro di Romagna, FC 31/12/1855 – Bologna 6/4/1912)
Cielo e Terra dicono qualcosa
l’uno all’altro nella dolce sera.
Una stella nell’aria di rosa,
un lumino nell’oscurità.
I Terreni parlano ai Celesti,
quando, o Terra, ridiventi nera;
quando sembra che l’ora s’arresti,
nell’attesa di ciò che sarà.
Tre pianeti su l’azzurro gorgo,
tre finestre lungo il fiume oscuro;
sette case nel tacito borgo,
sette Pleiadi un poco più su.
Case nere: bianche gallinelle!
Case sparse: Sirio, Algol, Arturo!
Una stella od un gruppo di stelle
per ogni uomo o per ogni tribù.
Quelle case sono ognuna un mondo
con la fiamma dentro, che traspare;
e c’è dentro un tumulto giocondo
che non s’ode a due passi di là.
E tra i mondi, come un grigio velo,
erra il fumo d’ogni focolare.
La Via Lattea s’esala nel cielo,
per la tremola serenità.
(Da: Canti di Castelvecchio, 1907)
Dello stesso autore: A Roma eterna – Dalla spiaggia – Io ti dirò che t’amo! – L’aquilone – La Befana – La Domenica dell’Olivo – La felicità – La voce dei poveri – Novembre – Novembre – Pianto – Sogno – X agosto