La Messa de San Lorenzo
(Giuseppe Gioachino Belli Roma 7/9/1791 – Roma 21/12/1863)
Un giorno, a Ssan Lorenzo, entrò un ziggnore
e aggnéde in zagristia co un colonnato,
acciò un prete sciavessi scelebbrato
una messa d’un scudo de valore.
Er prete in ner momento fu ttrovato:
la messa se cantò a l’artar-maggiore;
e un’anima purgante ebbe l’onore
de volà in paradiso a bbommercato.
Ma appena er prete se cacciò la vesta,
accortose la piastra ch’era farza,
attaccò un Cristo, e ffesce una protesta.
E ll’anima sarvata ebbe er martorio,
stante la messa che nnun j’era varza,
di tornassene addietro in purgatorio.
26 aprile 1834
La Messa di San Lorenzo
Un giorno, a San Lorenzo, entrò un signore
e andò in sagrestia con un colonnato[1],
affinché un prete avesse celebrato
una messa del valore d’uno scudo.
Il prete fu trovato immediatamente:
la messa si cantò all’artare maggiore;
e un’anima del purgatorio ebbe l’onore
di volare in paradiso a buon mercato.
Ma appena il prete si tolse la veste,
accortosi che la piastra era falsa,
attaccò un Cristo[2], e fece una protesta.
E l’anima salvata ebbe il tormento,
stante che la messa non gli era valsa,
de tornarsene indietro in purgatorio.
[1] Moneta spagnola, detta «colonnato» o «pezzoduro»
[2] Bestemmiò
Dello stesso autore: Er caffettiere filosofo – Er giorno der giudizzio – La creazzione der Monno – Li du’ ggener’umani – Pasqua Bbefania